La storia del Bikini

Ciao a tutte, amiche!

Vi state preparando all’estate? Vi state tenendo in forma? Sono certa del fatto che queste belle giornate assolate – non dappertutto, ma quasi – cominciano a stuzzicare il nostro desiderio di mare, e la conseguenza diretta di questo è che si comincia a preoccuparsi di essere pronte; pronte a solcare una tiepida spiaggia; pronte nel corpo, tonificato e valorizzato al punto giusto; pronte nello spirito…ma come? Cosa c’entra lo spirito? Qualcosa c’entrerà: “mens sana in corpore sano” dicevano gli antichi romani – antichi solo perché vissuti un paio di migliaia di anni fa, riguardo a certi giudizi riescono ad essere piuttosto “moderni”; se il corpo è in salute, dovrà essere sana anche la nostra mente. Oltre ad avere ragione su questo, gli antichi romani mi fanno pensare alla moda mare ed a un certo tipo di costumi da bagno…sì, lo so, questo flusso di pensieri probabilmente vi lascia più disorientate che mai. Mi spiego subito: oggi avevo in mente di parlarvi di La storia in una veste nuova, più – per così dire – culturale: chi ha detto che conoscere la storia delle cose – specialmente delle cose che indossate – è inutile? Ho pensato: il padrone delle spiagge, il principe dello stile è senza dubbio alcuno il bikini. Ma è sempre stato così? Certamente no, visto che ancora oggi per certi bikini si aprono querelles sul pudore che hanno il sapore di tempi andati. I giorni scorsi mi sono presa d’animo e ho fatto un giro in rete, decisa a capire come il bikini si sia imposto.

Si può dire che ne ho decisamente scoperte delle belle…anzitutto, anche se il nome “bikini” non è così datato, l’uso del due pezzi ha qualche annetto in più. Le prime attestazione del suo uso risalgono al Calcolitico, periodo collocato circa 5600 anni prima di Cristo. Non c’è male…attestazioni dell’uso del costume in questione attraversano la storia, ma ancora l’idea a cui è collegato l’utilizzo di tale indumento è sportiva, o comunque riguardante lavori di fatica.

Fanciulla in Bikini da Wikipedia

E giungiamo così agli antichi romani: è infatti attorno al terzo secolo DC (e siamo ancora una valanga di tempo fa!) che nei mosiaici di Villa Romana del Casale, in Sicilia sono raffigurate donne durante esercizi ginnici oppure danze. Indovinate cosa vestono? È proprio un bikini, un due pezzi con il top composto da un’avvolgente fascia senza spalline – e pensare che questa cosa è riproposta dalla moda mare degli ultimi anni come una gran novità….

A parte la voglia di mare che già solo il termine Sicilia mi fa venire, queste opere sono importantissime: se ci pensate, è la prima volta che il costume da mare due pezzi viene associato ad un’idea di eleganza e grazia (qualsiasi fosse il tipo di esercizio che le donne stanno svolgendo, è molto vicino alla danza), valorizzando così il corpo femminile. In un’altra raffigurazione dell’epoca compare, accanto alle ragazze in costume anche Eros, antico dio dell’amore, e qualche studioso sostiene che sia stato aggiunto in seguito alla realizzazione dell’opera, proprio per sottolineare come la pensava del proprietario della casa in questione: il bikini come elemento fondamentale del sex appeal, diremmo noi oggi.

Come avrete capito, questo scampolo di storia del bikini mi ha colpito molto; la storia intera del bikini è lunga, ma non ci interessa ripercorrerla tutta magari se trovo qualcos’altro di interessante la prossima volta vi terrò aggiornate.

Fra le cose che mi hanno colpito in particolare, ne sottolineerei due: la prima il fatto che noi pensiamo sempre  e solo a guardare in avanti, ad escogitare nuove mode e elaborare nuovi stili, mentre non ci rendiamo conto che la storia ed il passato conserva molte delle risposte che stiamo cercando; secondo, avete notato come la bellezza  la valorizzazione del corpo femminile sia, una volta di più, MADE IN ITALY?

 

Statemi bene e a presto care!